LA TORRE CARRARESE
Alba vs Zenit è la
mostra-evento che si terrà all’interno della Torre carrarese (ma non solo!).
La torre, simbolo della comunità piovese, ha una lunga ed intensa storia… tutta da scoprire!
La torre, simbolo della comunità piovese, ha una lunga ed intensa storia… tutta da scoprire!
La fortificazione di Piove di
Sacco ebbe inizio per opera del Vescovo, Conte di Piove di Sacco, Gauslino
nella seconda metà del X secolo. Il sistema difensivo ideato sfruttava a
ricchezza d’acqua della zona: era costituito da un doppio vallo solcato dalle
acque del Fiumicello e probabilmente arricchito da torresini. La struttura
venne edificata intorno al 964 per fronteggiare i pericolosi attacchi degli
Ungari: Gauslino ottenne infatti di poter costruire “castelli con torri e
difese in qualsiasi parte”, spostando l’attenzione da Corte all’attuale centro
di Piove che probabilmente conservava ancora evidenti tracce del sistema
difensivo romano. La cinta fu rinforzata da Ansedisio, vicario imperiale e
podestà di Padova dal 1250 al 1256, ma l’intervento più rilevante fu quello
effettuato da Francesco da Carrara che rese più profonde le fosse e più alti i
terrapieni e fece costruire le quattro torri (due delle quali nel 1359, le
altre poco più tardi).
Tre furono poste a triangolo a
difesa delle porte d’accesso alla città: la
Torre Rossi fiancheggiava la porta Santa Giustina verso Pontelongo, la Torre Panico la porta San Nicolò
verso Venezia e la Torre Carrarese
la porta San Martino verso Padova (situata dove si trova oggi la stazione degli
autobus), la quarta fungeva invece da mastio in quanto situata quasi nel centro
del quadrilatero (ora il centro della piazza) del Castello carrarese. Di tutto
questo complesso difensivo rimane oggi solo qualche traccia del doppio vallo
peraltro ridotto a fossato. Le torri sono state demolite – per prima la Torre
Rossi – a partire dal 1820 per recuperare materiale per la costruzione del
Palazzo Jappelli, sede municipale (in realtà la maggior parte dei resti fu
utilizzato per la pavimentazione delle strade a seguito di una disastrosa
inondazione). Seguì poi la distruzione della Torre Panico ed infine nel 1890
venne abbattuta anche la Torre carrarese che cedette così il suo nome a
quest’unica superstite.
Il torrione è in mattoni e poggia
su un alto zoccolo di pietra, è tozzo, a larga pianta quadrata e termina con la
cella campanaria raggiungendo un’altezza complessiva di 31 metri. Scarseggiano
sia aperture sia orpelli decorativi: questa peculiarità rimarca il suo aspetto
severo tipico delle costruzioni difensive. È presente solo una serie di
arcatelle cieche trilobate, interrotta dalla sporgenza delle lesene. Tre
bassorilievi in pietra, solo vagamente riconoscibili, sono sul lato rivolto
verso piazza Incoronata alla base del castelletto di campane: rappresentano San
Martino che dona il mantello al povero (stemma della Comunità Piovese), il
Leone di San Marco (noto simbolo della Serenissima che dominò queste terre dal
1405 al 1797) ed uno scudo attraversato in diagonale da una sega con rami e
bacche d’alloro, sormontato dal corno ducale (arma di Tagliapietra, podestà di
Piove dal 1513).
Una curiosità di questa torre è
la cella campanaria: alta 6 metri, si posa sulla copertura occupandone un
quarto della superficie. È stata costruita intorno all’anno 1415 dalla
Serenissima con l’intento di trasformare il mastio, che aveva ormai perso la
sua funzione difensiva, in un campanile per la chiesa parrocchiale di San
Martino.
L’orologio doveva essere
giornalmente regolato in riferimento alla meridiana che, ora appena
identificabile, si trova alla base del castelletto campanario. A seguito dei
continui disagi, si decise, nel 1906, di cambiare il meccanismo e nel 1907 si
procedette al rinnovo che comportò un restauro delle murature e della
decorazione del quadrante. Questo ingranaggio sebbene sia tuttora conservato e
funzionante è stato affiancato, nel 1987-88, da congegni elettrici che
garantiscono il regolare funzionamento. Sopra l’orologio si trovano altri tre
stemmi. I primi due hanno come soggetto ancora il Santo Patrono a cavallo ed il
leone veneziano, mentre il terzo è costituito da tre melagrane, originariamente
simbolo di Michele Battaglia (patrizio veneziano a capo della podestaria
piovese dal 1546) e in seguito assunto dai Francesi come emblema della città,
allusione alla fertilità della terra. Infine scendendo con lo sguardo verso il
basso sono collocati due bassorilievi con San Martino ed il leone alato, stemma
della Serenissima.
L’accesso alla torre avviene
dalla Piazzetta dei Penitenti attraverso una porticina trilobata in stile
tardogotico. Per raggiungere la sommità della torre si devono salite 98 gradini.
In epoca più recente, alla torre furono addossate due casette, la prima fu
adibita a fiaschetteria e fu demolita nel 1966, la seconda è invece utilizzata
tutt’oggi come punto di ristoro.
Sebbene soggetta a svariate
funzioni dettate da esigenze particolari (fortezza difensiva, campanile,
acquedotto, rifugio durante i bombardamenti) la torre rimane nei secolo
l’emblema della Comunità piovese ed a questo edificio sono legati i ricordi di
varie fasi storiche del paese.
Elisa Spinello
Tratto da Guariento e
Piove di Sacco. Tracce e immagini, A&P Editrice, 2011
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